LA MORTE DI PATRICIA VERDUGO
La
scrittrice e giornalista cilena Patricia Verdugo, una delle voci che
più duramente e con più passione ha condannato la
dittatura militare di Augusto Pinochet, svelandone crimini e
violazioni dei diritti umani, è morta a Santiago del Cile.
Patricia Verdugo è nota per il libro «Gli artigli del
puma» (Sperling & Kupfer), il documentato resoconto
dell'attività criminale della «Carovana della morte»,
una squadra militare che dopo il golpe del 1973 aveva il compito di
arrestare, torturare, far sparire e giustiziare tutti gli oppositori
politici e che viaggiava tra le varie province cilene a bordo di un
elicottero Puma. Con la sua decina di libri, Verdugo ha messo a nudo,
in tutta la sua crudeltà ed efferatezza, i crimini commessi
nel suo paese durante i 17 anni della dittatura, attraverso una
produzione letteraria che le sono valsi il Premio Maria Moors Cabot
nel 1993 (il più importante riconoscimento attribuito negli
Stati Uniti ad un autore straniero) e il Premio nazionale di
giornalismo cileno nel 1997. Verdugo ha scritto, tra gli altri, i
volumi «Salvador Allende. Anatomia di un complotto organizzato
dalla Cia» (Baldini Castoldi Dalai) e «Golpe in diretta.
L'ultima battagli di Allende e le registrazioni clandestine delle
comunicazioni tra gli alti comandi militari» (Unicopli). Suo
padre, Sergio Verdugo, fu una delle 30.000 vittime del terrore e alla
sua storia è ispirato il libro «Calle Bucarest 187,
Santiago del Cile» (Baldini Castoldi Dalai).
Dal Manifesto del 20.1.08
Con la sua decina di libri, Verdugo ha messo a nudo, in tutta la sua crudeltà ed efferatezza, i crimini commessi nel suo paese durante i 17 anni della dittatura