Bollati Boringhieri
la sfida delle idee




L’avventura della prima casa editrice italiana specializzata nelle scienze, pilotata da due grandi einaudiani



Il fantasma di Freud ha il posto d’onore alla festa del suo editore italiano, che compie cinquant’anni. Quando nel 1957 Paolo Boringhieri fondò a Torino la prima editrice scientifica, aveva già chiaro, con Cesare Musatti, il progetto delle opere complete del padre della psicoanalisi. Torinese di famiglia svizzera, Boringhieri, scomparso l’estate scorsa, aveva conosciuto lo psicoanalista veneto all’Einaudi. Vi era entrato nel 1949. Giulio Einaudi, che aveva studiato medicina, cercava un «interno» che l’affiancasse per le collane scientifiche. Scelse quello studente d’ingegneria appassionato di filosofia, presentato da Felice Balbo, che con Cesare Pavese era il suo principale consigliere. Gli affidò l’azzurra Biblioteca di cultura scientifica, i Manuali e la Piccola biblioteca scientifico-letteraria.

Nel 1951 Einaudi si separava da quelle collane, compresa la famosa «viola» di etnologia e storia delle religioni, fondata da De Martino e da Pavese, morto un anno prima. In via Brofferio 3 le Edizioni Scientifiche Einaudi, dirette da Boringhieri, pubblicano testi capitali di pensiero scientifico e religioso. Finché nel ‘57 Einaudi propone a Boringhieri di acquistarle. Nasce l’Editore Boringhieri Spa - Edizioni Scientifiche Einaudi. Stessa sede, nuovo simbolo: «Celum Stellatum». Cade presto il richiamo allo Struzzo. Nel ‘58 i
Discorsi intorno a due nuove scienze di Galileo, introduzione di Geymonat, inaugurano i Classici della scienza. Nascono i Testi della fisica contemporanea (Einstein, Fermi, Bohr, Heisenberg). Nel ‘59 esce L’origine della specie di Darwin, Schopenhauer come educatore di Nietzsche inaugura, diretta da Giorgio Colli, l’Enciclopedia di Autori classici: i maestri più «inattuali» del pensiero occidentale (Spinoza, Fermat), della civiltà orientale, della spiritualità indiana, ebraica, buddhista.

Accanto a Colli, Montinari e altri consulenti d’eccezione: il fisico Radicati, il matematico Vesentini, gli economisti Napoleoni e Antonio Giolitti, il germanista e storico della Chiesa Michele Ranchetti. Uniti da un progetto: aprire la cultura italiana alla scienza, non in alternativa, ma accanto alle scienze umane. Nel ‘65 si conclude la Storia
della tecnologia di Singer, comincia l’agile Universale Scientifica.

Fatale 1966: con
L’interpretazione dei sogni, traduttori Fachinelli e Herma Trettl, direttore Musatti, si vara la monumentale edizione delle Opere di Sigmund Freud. «Follia» economica e organizzativa, ostinata cura editoriale: all’integrità dei testi, alla fedeltà della traduzione baderanno personalmente l’editore e dal 1973 Renata Colorni, anima appassionata dell’impresa. Nel ‘69 - fra gli autori 28 premi Nobel - s’avviano i 19 volumi delle Opere di Jung, si arricchiscono i Testi della scienza contemporanea, il Programma di matematica, fisica e elettronica, i testi destinati all’università. Cresciuta, l’editrice cambia sede: corso Vittorio Emanuele II 86. Dove s’iniziano nuove collane sempre più aperte alle scienze umane. Dove negli Anni 80 arriva lo storico della scienza Gian Arturo Ferrari. E dove Boringhieri cerca un rafforzamento della società, per «approntare strumenti nuovi per i nuovi tempi» e affrontare la crisi generale dell’editoria.

Così nel marzo ‘87 vende la maggioranza delle azioni all’amica Romilda Bollati, che nomina amministratore delegato il fratello Giulio: nato a Parma nel ‘24, studi alla Normale di Pisa con Pasquali, Cantimori e Russo. Affascinante protagonista dell’editoria italiana, Bollati ha lavorato al Saggiatore e alla Mondadori, dopo essere cresciuto con Einaudi che aveva assunto lui e Boringhieri lo stesso giorno del ‘49. Alleanza voluta dal destino? Scherzano: Boringhieri-Bollati suona male, meglio Bollati-Boringhieri. Ma il gioco delle priorità non è così semplice nelle scelte. Il fondatore se ne va in silenzio.

Bollati ha chiara la rotta: subito letteratura, poi arte e fotografia. Quattro linee di produzione: Temi, Varianti, Pantheon, mentre la prediletta Nuova Cultura scava nella storia contemporanea, nei totalitarismi, nelle idee. Vi appare con rumore nel ‘91
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza di Claudio Pavone. È ben avviato il piano ambizioso di «un’editrice a 360 gradi che offra libri di altissima qualità capaci di far discutere al massimo livello in tutte le discipline». Morto Bollati nel ‘96, lo continuerà caparbio Alfredo Salsano, storico del pensiero economico e politico: lui pure figlio della Einaudi (vi aveva lavorato all’Enciclopedia); lui pure oggi scomparso. Ora Francesco Cataluccio guida la Bollati-Boringhieri a doppiare la boa dei cinquant’anni con cinquanta collane, che ci hanno aiutato a conoscere e capire meglio il mondo in un mezzo secolo molto complicato della sua storia.


Da La Stampa Febbraio 2008